Parleremo di musica, di emozioni e di passioni.

Tuesday 31 May 2011

Lontan da te (non) si può stare

Un piccolo test.
Provate a stare una settimana lontano dai social network che abitualmente frequentate (nel senso che non vi fate sentire e non interagite) e al vostro ritorno verificate quanti messaggi del tipo "Ma dove sei finito/a?" avete ricevuto.

Se il numero di messaggi di questo tipo sono uguali a 0 non preoccupatevi. Questo è un ottimo strumento per verificare quanti veri amici avete online. Se ne ricevete meno di 10 ma più di 3 non preoccupatevi lo stesso. Vuol dire che anche nella "community" che frequentate c'è il caso che qualcuno possa esservi "amico". Quando avete più di 10 messaggi del tipo "Dove sei stato?" allora significa che c'è molto interesse intorno a voi, ma non significa necessariamente che vi siano tutti amici (magari qualcuno vi cerca per ben altri motivi).

Chiaramente questo è un test capestro. Non ha nessun valore. Anzi non serve a niente.
A parte gli scherzi sento parlare di community, di social network ma alla fine mi chiedo sempre: ma fino a che punto e quanto riusciamo veramente a condividere in questi luoghi "virtuali" di comunicazione?
Fondamentalmente penso che il 90% delle comunicazioni siano inutili. Un buon 9% addirittura dannose e forse solo l'1% di quel che rimane vale la pena tenerne conto.
Forse è più importante notare che tutti hanno bisogno di comunicare in qualche modo. Ne abbiamo sempre avuto bisogno. Sono solo cambiati i luoghi e gli strumenti, anzi direi che se ne sono solo aggiunti di nuovi.
E gli strumenti hanno la loro importanza. Ogni strumento ha una sua modalità e troppo spesso si utilizza forse nel modo sbagliato. E' il caso della mail che viene utilizzata a volte come telefono, oppure di facebook che viene usato come mail o il telefono che viene utilizzato ormai per tutto. Così invece quando ci ritroviamo la possibilità di comunicare in modo diretto (guardandoci nelle palle degli occhi per intenderci) ci ritroviamo a comunicare come se stessimo usando facebook o la mail. Nelle peggiori delle ipotesi non comunichiamo. Parliamo e ci parliamo addosso.
Aloha.

Monday 30 May 2011

I Stream You

Ero su un treno qualche giorno fa e mi era venuto in mente questo "I Stream You", non so perchè, non so nemmeno a cosa stessi pensando ... è che come al solito mi fiondo in situazioni dalle quali poi non riesco minimamente ad uscirne in maniera soddisfacente. E questo è un altro caso.
L'ennesimo che conferma la mia totale inadeguatezza alla scrittura razionale, pensata, misurata, controllata, penso di soffrire di scrittura compulsiva.
Ora direte voi che orrenda situazione e vi chiedo scusa per questo.
A parte questa introduzione totalmente inutile, anzi direi quasi insopportabile, I Stream You mi piace. Non è come I Love You (così abusato che a volte risulta così svuotato del suo significato, per quelli che pensano che abbia ancora un significato naturalmente).
Riprendo questo post dopo qualche giorno ...
I Stream You è come "a message in a bottle". Lo mandi, ma non sai chi lo leggerà (ascolterà in questo caso). Puoi immaginare, sperare, credere che qualcuno lo senta. E' un'illusione. Tipicamente rockstar.
Devo dire che mi piace illudermi. Mi è sempre piaciuto. Molte persone oggi si dicono disilluse di fronte a ciò che accade alla loro vita. Sicuramente molte volte ci ritroviamo in questo stato per colpa di qualcun altro. Ma funziona così. Meglio illudersi ogni tanto e prendere qualche delusione, piuttosto che non accettare la sfida.
I Stream You.

Thursday 26 May 2011

Figli di un DO minore

Ci sono rockstar e rockstar. Non parlo in merito alla bravura, alla tecnica, ma parlo esclusivamente di rockstar che si sentono figli di un DO minore (non è un errore di battitura !!!)
Ma ci sono anche tante altre persone (comunque un po' rockstar) che si sentono figlie di un DO minore (magari non sanno di esserlo).
Come ci si sente? Io benissimo. A parte la malinconia che è fondamentale caratteristica per un DO minore, e che può diventare struggente malinconia se diveta SIb minore (ma questo è un altro capitolo ancora da scrivere). Naturalmente di tecnica musicale non capisco niente e non chiedetemi altro a riguardo, ma voglio solo dire che l'80% delle volte che compongo (o almeno ci provo) comincio sempre con un accordo minore. Sarà che mi piace mantenere un profilo "basso", quindi un po' minore o forse è solo un caso, oppure è proprio il mio modo di essere, di vivere la vita di tutti i giorni (o che almeno cerco di vivere), di credere che i ricordi aiutino anche se fanno male, di avere sempre e comunque la voglia di vedere un futuro migliore.
Intendiamoci, non è che essere figli di un DO minore sia meglio o peggio. E' solo che mi piace pensare in questo modo. Non è nemmeno diverso, esclusivo, alternativo, originale rispetto a cosa poi non so.
Ora però vorrei fare un piccolo sondaggio (lo trovate qui a fianco): ditemi voi se siete figli di un DO minore (il sondaggio è completamente anonimo).

Monday 23 May 2011

Gioco, Non Gioco o Mi Prendo Gioco ?

A volte quello che succede in rete in quelli che vengono chiamati social network rischia di essere paragonato ad un gioco. Per alcuni può esserlo ed infatti cercano, mediante un anonimato più o meno esasperato, di attuare un vero e proprio "gioco di ruolo", con le sue regole e giocatori.
Esiste anche un altro modo di "giocare", che per molti significa "prendersi gioco" di qualcun altro. Allora finchè il prendersi gioco di qualcun altro significa anche prendersi gioco di se stessi, il tutto può risultare divertente e persino spassoso, diversamente quando si "gioca", e ripeto si gioca soltanto, con i sentimenti degli altri, allora non lo chiamerei gioco, anzi. E per sentimenti intendo tutti i sentimenti. Nessuno escluso. Ci metto dentro anche le passioni, che molte volte fanno parte dei sentimenti (anche la musica è una di queste).
Non so ciò che spinge taluni a giocare in questo modo e non voglio nemmeno indagare a riguardo. Non penso di esserne all'altezza. Credo che però sia il modo più stupido di giocare.
Così va a finire che il gioco diventa inverosimilmente serio, tragicamente cattivo e soprattutto inequivocabilmente inutile.
Abbiamo bisogno di sentirci al centro dell'attenzione, di sentirci importanti per qualcuno, di arrivare a mentire così bene che persino noi crediamo a quello che diciamo? Penso sia un esercizio fondamentalmente cretino. Una mancanza di rispetto verso gli altri e soprattutto verso sè stessi. Se non riusciamo ad accettare i nostri limiti e speriamo di nasconderli con questi "giochetti" allora sapete che vi dico ? Io non gioco. Preferisco essere terribilmente serio. O quanto meno preferisco altri compagni di gioco.

Friday 20 May 2011

Collaboration (per chi non ama solo se stesso)

Qualche sera fa, dopo piu' di un mese che non la vedevo online, mi ha contattato jana kyomoon musicista inglese che vanta ormai anche lei oltre 3 anni di concerti nel metaverso. Jana compone, scrive e suona musica tipicamente elettronica ed ambient.
In passato con jana abbiamo fatto un esperimento di collaborazione cercando di trovare una reciproca convergenza sulla nostra musica. Il risultato e' stato un concerto live in chaining streaming, dove il mio contributo e' stato quello di improvvisare la parte di chitarra sulla musica di jana.
Il risultato e' stato soddisfacente per il pubblico e sicuramente stimolante per noi.
Quello che voglio scrivere oggi non e' la cronaca di un evento, o la recensione di un concerto. Questo compito lo lascio a chi fa questo sicuramente meglio di me.
Avete mai pensato a Second Life come piattaforma collaborativa tra musicisti e perche' no tra artisti in genere? Io penso che questa prospettiva apra diverse opportunita' e che non releghi SL solo ad un'occasione di visibilita' delle propria "arte", ma anche ad occasione di scambio, contaminazione, conoscenza, condivisione. Non solo concerti, mostre o vernissage.
Eppure questa "frontiera" e' ancora tutta da esplorare in tal senso. La "collaborazione artistica" intesa come momento di incontro e scambio delle proprie idee e' a mio avviso una peculiarita' unica di Second Life, in quanto il risultato di tale collaborazione puo' essere veicolato direttamente in-world molto facilmente.
E' una situazione svincolata da qualsiasi logica. E' momento di incontro e di scambio, disinteressato e per questo sincero e forte. Di questo momento resterà una canzone, una registrazione, un video o magari anche solo un'emozione da ricordare.

Thursday 19 May 2011

Per un pugno di L$

Sergio Leone (1929-1989 indimenticato genio e regista) si rivolterà nella tomba e Clint Eastwood (grande audiofilo e musicista) sarà pronto a spararmi con la sua Colt, ma mi è uscita così.
A dire il vero iniziando questo post non so nemmeno cosa ne uscirà quindi se siete interessati continuate la lettura altrimenti seguite questo link (se avete cliccato e non succede niente non è un errore, volevo solo creare un'illusione).
Il riferimento a Second Life mi sembra chiaro: parliamo di soldi virtuali-reali, parliamo di economia. Ora non farò una disquisizione sulla realà economico-sociale del mondo virtuale 3D per eccellenza. Non ho nè titoli, tanto meno competenza e soprattutto voglia di farlo. Poi di esperti ce ne sono tanti e aggiungerne altri mi sembra che alla fine in Second Life ci siano solo esperti e pochi modesti avatar come il sottoscritto, il che comporterebbe una mia immediata autoespulsione dal mondo di pixels.
Come musicista-non-musicista-che-musicista-vorrebbe-essere (da oggi in poi abbrevierò in rockstar per evidenti limiti di spazio), l'aspetto economico o diciamo del compenso è nato dalla prima volta che ho suonato in un posto che non fosse il mio club.
Esisteva un mercato ? Esisteva una regola di mercato ? A quanto mi dicevano, e a quanto mi dicono attualmente, sembra di sì.
Sì insomma il solito rapporto domanda-offerta. Mah, come dice la mia "amica-moderna-manager-che-manager-non-è" Sandy, mi perplimo nel ricondurre il tutto a questo rapporto. E' avvilente.
Come "rockstar" non pensavo che la mia musica si potesse e si possa considerare "offerta". Io la chiamo "passione". E anche chi vuole ascoltare musica o la vuole condividere con altri (sia in forma semplice che come evento di aggregazione) non penso si possa ricondurre ad una "domanda".
Questa forma alquanto deviante di considerare un concerto live una semplice espressione della domanda a cui si replica con un'offerta, mi sembra che rischi di portare fuori strada rispetto al contenuto. Insomma il contenitore diventa più importante del contenuto. Il contenitore inteso come evento fine a se stesso; come quando andate al supermercato e dovete acquistare un detersivo, non è che ci pensate tanto. Se credete alla pubblicità comprate quello più caro (di solito sono ad altezza sguardo), se invece avete problemi di budget vi piegate per prendere quello meno costoso (è sempre in basso o molto in alto). Questo atteggiamento non rappresenta comunque una scelta che si basa sulla qualità (percepita o conosciuta). In fondo i detersivi sono tutti uguali. Magari a determinare la vostra scelta è anche solo la confezione o il fatto che sia "amico della natura".
La musica soprattutto "live" secondo me è qualcosa di diverso. Dovrebbe essere qualcosa di diverso.
Da quello che vedo e soprattutto "sento" in giro invece mi sembra che troppo spesso alcuni concerti assomiglino sempre più al processo di acquisto di un detersivo, dove alla fine la musica non c'è. Cioè la musica si "ascolta" ma non si "sente".
Non è una critica a 360° gradi rivolta ai musicisti o agli owner. E' una mia impressione. Non chiedetemi nomi. Non ne faccio, nè mi interessa farli.
E' che come "rockstar" penso che un sistema sì fatto avvilisca prima di tutto la "musica" e soprattutto offenda chi l'ascolta.
Certo se il tutto si ricollega ad un pugno di L$, allora benvenuti al supermercato. Il sottocosto è già iniziato. Dove porti non so. Io certamente non amo i supermercati.
A proposito se desiderate la tessera punti "Swina Allen" abbinata al concorso a premi "Per un pugno di L$" con tanti gadget e promozioni, richietemela direttamente. E' gratis.

Where Is The Blues ? The Buddy's Bar

Beh conosco Derric (Foggarty) da più di 3 anni, insieme abbiamo organizzato (con la regia di Sandy) un evento di raccolta fondi per The Children Project (6 ore di musica live) e credetemi allora non era facile visto che SL un giorno sì e l'altro pure dava problemi (offline di 2-3 ore al giorno di media). Forse proprio in quell'occasione (non ne sono sicuro) cominciai a suonare in SL ... certo non ufficialmente.
Devo dire che alcune persone non mi hanno mai deluso (anche in SL sì) e Derric è una di queste. La passione per la musica si sente e si vede. Proprio ieri sono capitato per caso al The Buddy's Bar gestito proprio da Derric, che oltre ad essere un bel posto che richiama molto un certo tipo di locali del nostro immaginario ma anche del reale (non so se la ricostruzione è fedele o meno a qualche posto RL). Al di là di queste considerazioni quello che voglio sottolineare è che i concerti live al Buddy's Bar sono sempre un'emozione per me.
L'ultima volta che c'ero stato era per un concerto live di un bluesman di 81 anni (sì avete capito bene 81 anni) e l'emozione non era stata poca.
Ieri sera un ottimo concerto di un duo chitarra-armonica sempre di grande livello.
Ecco magari se il vostro desiderio è andare prima o poi in missisipi e girare qualche tipico locale blues per ascoltare della buona musica ... allora potete pregustarvi un'anteprima al Buddy's Bar ... non ve ne pentirete.
Importante ... ricordate sempre che nei locali stranieri in occasione dei concerti live è buona norma (io dico anche educazione) tippare (pagare) anche pochi linden sia al locale che all'artista. Capisco che questo non è costume italiano, però mi piace pensare che quando vado in questi posti non sono a casa mia ed è giusto anche accettare usi e costumi altrui. E' una forma di rispetto e in fondo 10, 50 o 100 L$ cosa sono ? Magari dovrete rinunciare ad un nuovo paio di scarpe o all'ultimo tatuaggio, ma se amate la musica e volete che essa continui a mantenersi ad un buon livello in SL non c'è altra strada. Dare un contributo. Piccolo. Ma darlo.
Alla prossima.

Monday 16 May 2011

Suono, non suono o sono suonato ?

Quale dilemma per un musicista-che-musicisita-non-è-ma-musicista-vorrebbe-essere !
Beh Second Life certamente è un'occasione più unica che rara per poter liberamente esprimere la propria passione per la musica. Nel mio caso non solo quello di avere la possibilità (non poi così scontata) di ascoltare molti concerti live, ma anche quella di poter "suonare".
Beh io questa domanda me la sto facendo da più di 3 anni dopo non so quanti concerti live (tutti voce e chitarra live ... mai mandato un mp3).
All'inizio è stato un gioco, fatto più che altro per conquistare qualche fan (femminile si intende) e soprattutto per guadagnare qualche linden per mantenermi un locale che faceva acqua da tutte le parti (finanziariamente parlando).
Poi c'è stata la crisi economica mondiale (la mia crisi economica era già in atto da decenni per questo alla fine ero contento di essere in felice compagnia), l'inevitabile aumento dell'offerta a fronte di un crollo della domanda (i soldi sono finiti per capirci meglio), così ho sciolto il mio gruppo (The Moodies - "always in my heart") per mancanza di fondi il 27 del mese, ho preso una pausa riflessiva (ispirazione zero per farvela breve), mi sono innamorato almeno 2-3 volte (io mi innamoro di tutto non solo delle femminucce) e ho cominciato a fare un bilancio.
Il mio bilancio è molto "sintetico", anzi direi si riduce ad una lista. Non ci sono entrate ed uscite, o per lo meno non come le intendete voi, e ora vi dico i numeri ... cercherò di essere il meno asettico possibile.
62 canzoni .. ehm la lista non è una lista ... c'è solo una parola con un valore.
Sì in 3 anni ho "partorito" 62 canzoni e la cosa che mi fa veramente "arrabbiare con me stessso" non ho ancora pubblicato un CD su iTunes, o sul mio sito.
Ho suonato dapertutto, con gente da tutto il mondo, in situazioni precarie, ho incontrato migliaia di persone, alcune di esse sono diventate "amiche" (dico amiche vere non di quelle da un saluto ogni tanto). Con alcune di esse ho riso e pianto. Anche annoiato. Alcune le ho amate, altre le amo ancora (ci sono molti modi per amare una persona), ma una cosa è sicura.
Non ho mai cercato di essere qualcun altro, qualcuno che non potevo e non posso essere: una rockstar. O meglio sono una rockstar, mi sento rockstar ma nel senso che non faccio la rockstar.
Questo mi hanno insegnato questi 3 anni da "rockstar". Penso che se hai la musica nel cuore prima che nella testa, non ci sia bisogno di fare la rockstar. Lo sei già. Indipendentemente se sai fare una diminuita al volo o un assolo "perfetto".
La perfezione non esiste nella musica. E' fatta dall'uomo, potrà mai essere perfetta?
Diciamo che può portare a sensazioni, emozioni, pulsazioni che sembrano perfette. Ma il tutto è soggettivo e molto occasionale.
Quello che ho fatto e cerco di fare io con la mia musica (tengo a precisare la "mia musica") non è niente. Non so chi ascolta la mia musica, non so chi la scarica, non so nemmeno a quanti effettivamente piace. Non mi interessa questo. Mi interessa solo poter pensare che qualcuno riesca a provare le stesse emozioni o almeno provare qualche emozione, le stesse che ho provato io scrivendole, le stesse che provo io ad ogni concerto. Il resto non conta.