Parleremo di musica, di emozioni e di passioni.
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Thursday, 19 May 2011

Per un pugno di L$

Sergio Leone (1929-1989 indimenticato genio e regista) si rivolterà nella tomba e Clint Eastwood (grande audiofilo e musicista) sarà pronto a spararmi con la sua Colt, ma mi è uscita così.
A dire il vero iniziando questo post non so nemmeno cosa ne uscirà quindi se siete interessati continuate la lettura altrimenti seguite questo link (se avete cliccato e non succede niente non è un errore, volevo solo creare un'illusione).
Il riferimento a Second Life mi sembra chiaro: parliamo di soldi virtuali-reali, parliamo di economia. Ora non farò una disquisizione sulla realà economico-sociale del mondo virtuale 3D per eccellenza. Non ho nè titoli, tanto meno competenza e soprattutto voglia di farlo. Poi di esperti ce ne sono tanti e aggiungerne altri mi sembra che alla fine in Second Life ci siano solo esperti e pochi modesti avatar come il sottoscritto, il che comporterebbe una mia immediata autoespulsione dal mondo di pixels.
Come musicista-non-musicista-che-musicista-vorrebbe-essere (da oggi in poi abbrevierò in rockstar per evidenti limiti di spazio), l'aspetto economico o diciamo del compenso è nato dalla prima volta che ho suonato in un posto che non fosse il mio club.
Esisteva un mercato ? Esisteva una regola di mercato ? A quanto mi dicevano, e a quanto mi dicono attualmente, sembra di sì.
Sì insomma il solito rapporto domanda-offerta. Mah, come dice la mia "amica-moderna-manager-che-manager-non-è" Sandy, mi perplimo nel ricondurre il tutto a questo rapporto. E' avvilente.
Come "rockstar" non pensavo che la mia musica si potesse e si possa considerare "offerta". Io la chiamo "passione". E anche chi vuole ascoltare musica o la vuole condividere con altri (sia in forma semplice che come evento di aggregazione) non penso si possa ricondurre ad una "domanda".
Questa forma alquanto deviante di considerare un concerto live una semplice espressione della domanda a cui si replica con un'offerta, mi sembra che rischi di portare fuori strada rispetto al contenuto. Insomma il contenitore diventa più importante del contenuto. Il contenitore inteso come evento fine a se stesso; come quando andate al supermercato e dovete acquistare un detersivo, non è che ci pensate tanto. Se credete alla pubblicità comprate quello più caro (di solito sono ad altezza sguardo), se invece avete problemi di budget vi piegate per prendere quello meno costoso (è sempre in basso o molto in alto). Questo atteggiamento non rappresenta comunque una scelta che si basa sulla qualità (percepita o conosciuta). In fondo i detersivi sono tutti uguali. Magari a determinare la vostra scelta è anche solo la confezione o il fatto che sia "amico della natura".
La musica soprattutto "live" secondo me è qualcosa di diverso. Dovrebbe essere qualcosa di diverso.
Da quello che vedo e soprattutto "sento" in giro invece mi sembra che troppo spesso alcuni concerti assomiglino sempre più al processo di acquisto di un detersivo, dove alla fine la musica non c'è. Cioè la musica si "ascolta" ma non si "sente".
Non è una critica a 360° gradi rivolta ai musicisti o agli owner. E' una mia impressione. Non chiedetemi nomi. Non ne faccio, nè mi interessa farli.
E' che come "rockstar" penso che un sistema sì fatto avvilisca prima di tutto la "musica" e soprattutto offenda chi l'ascolta.
Certo se il tutto si ricollega ad un pugno di L$, allora benvenuti al supermercato. Il sottocosto è già iniziato. Dove porti non so. Io certamente non amo i supermercati.
A proposito se desiderate la tessera punti "Swina Allen" abbinata al concorso a premi "Per un pugno di L$" con tanti gadget e promozioni, richietemela direttamente. E' gratis.

Monday, 16 May 2011

Suono, non suono o sono suonato ?

Quale dilemma per un musicista-che-musicisita-non-è-ma-musicista-vorrebbe-essere !
Beh Second Life certamente è un'occasione più unica che rara per poter liberamente esprimere la propria passione per la musica. Nel mio caso non solo quello di avere la possibilità (non poi così scontata) di ascoltare molti concerti live, ma anche quella di poter "suonare".
Beh io questa domanda me la sto facendo da più di 3 anni dopo non so quanti concerti live (tutti voce e chitarra live ... mai mandato un mp3).
All'inizio è stato un gioco, fatto più che altro per conquistare qualche fan (femminile si intende) e soprattutto per guadagnare qualche linden per mantenermi un locale che faceva acqua da tutte le parti (finanziariamente parlando).
Poi c'è stata la crisi economica mondiale (la mia crisi economica era già in atto da decenni per questo alla fine ero contento di essere in felice compagnia), l'inevitabile aumento dell'offerta a fronte di un crollo della domanda (i soldi sono finiti per capirci meglio), così ho sciolto il mio gruppo (The Moodies - "always in my heart") per mancanza di fondi il 27 del mese, ho preso una pausa riflessiva (ispirazione zero per farvela breve), mi sono innamorato almeno 2-3 volte (io mi innamoro di tutto non solo delle femminucce) e ho cominciato a fare un bilancio.
Il mio bilancio è molto "sintetico", anzi direi si riduce ad una lista. Non ci sono entrate ed uscite, o per lo meno non come le intendete voi, e ora vi dico i numeri ... cercherò di essere il meno asettico possibile.
62 canzoni .. ehm la lista non è una lista ... c'è solo una parola con un valore.
Sì in 3 anni ho "partorito" 62 canzoni e la cosa che mi fa veramente "arrabbiare con me stessso" non ho ancora pubblicato un CD su iTunes, o sul mio sito.
Ho suonato dapertutto, con gente da tutto il mondo, in situazioni precarie, ho incontrato migliaia di persone, alcune di esse sono diventate "amiche" (dico amiche vere non di quelle da un saluto ogni tanto). Con alcune di esse ho riso e pianto. Anche annoiato. Alcune le ho amate, altre le amo ancora (ci sono molti modi per amare una persona), ma una cosa è sicura.
Non ho mai cercato di essere qualcun altro, qualcuno che non potevo e non posso essere: una rockstar. O meglio sono una rockstar, mi sento rockstar ma nel senso che non faccio la rockstar.
Questo mi hanno insegnato questi 3 anni da "rockstar". Penso che se hai la musica nel cuore prima che nella testa, non ci sia bisogno di fare la rockstar. Lo sei già. Indipendentemente se sai fare una diminuita al volo o un assolo "perfetto".
La perfezione non esiste nella musica. E' fatta dall'uomo, potrà mai essere perfetta?
Diciamo che può portare a sensazioni, emozioni, pulsazioni che sembrano perfette. Ma il tutto è soggettivo e molto occasionale.
Quello che ho fatto e cerco di fare io con la mia musica (tengo a precisare la "mia musica") non è niente. Non so chi ascolta la mia musica, non so chi la scarica, non so nemmeno a quanti effettivamente piace. Non mi interessa questo. Mi interessa solo poter pensare che qualcuno riesca a provare le stesse emozioni o almeno provare qualche emozione, le stesse che ho provato io scrivendole, le stesse che provo io ad ogni concerto. Il resto non conta.