Parleremo di musica, di emozioni e di passioni.

Friday 2 December 2011

Digital or Analog ?

I won't write about between digital and analog music differences, I have clear ideas about that and in any case there is room for both. Digital needs some analog as analog needs digitalAt the moment. I want to tell you my vision of "digital" and "analog" speaking about social network. I'm using the network since when it started (even when those who said that Italy would never be widespread and that the only valid means of communication and innovative was the fax). In 1998 I created an internet provider company and I struggled from the start with modems and routers, but especially with browsers and HTML. My experience is born with BBS (arcane systems of social networking), then moved to the forum and web 2.0 when everybody was talking about it but nobody knew what really was, someone finally realized that maybe the mail was an effective and immediate tool, that a site Web could be a great way to communicate and so on. and so on.Now it's cloud computing time (I use professionaly since last 3 years) and it seems the digital revolution. But I will not dwell on these technical aspects.I want us to talk about everything that is social networking. Well honestlyI I'm a little 'tired. I find them redundant and somewhat useless as well as take time to read and evaluate as a significant value for myself. I honestly think that 80% is "trash". The 10% replication of things in some way already known or heard ("heated soup"). 5% can be almost funny to get you to smile and then take a break from everyday life. Maybe last 5% is interesting.I do not want to judge this system, I just want to express my way of dealing with the network. I think people have a need to express what they have inside. Each of us should have the opportunity to do so freely and using as many tools is possible. Social networking is awesome. It 'also true that sometimes the result is really bad quality when I want to express every 10 minutes or every two hours something that is not interesting at all. Looks like to a "bar" where we once found himself shooting "bullshit", remember rosy past, telling tall tales or simply to invent "provincial gossips." Now it seems that the level is raised, it seems that we always talk about more concrete things, of hidden truths, commendable initiatives. No projects?. If there is a will to do something and to work using the "net", sometimes it becomes a powerful excuse (especially ourselves) that we are doing something or we are expressing a thought, a position.Well I am sick of "positions" and "thoughts" and I still really want to do, but when we get down to it you do not. People seem to run in front of a more concrete and sustained commitment. They are afraid to get involved (and I understand them).Who like me, gave up some years ago, now finds himself that what he believed in and one where we had thrown blood and blood is occupied by "selfish" people: they only want to think about themselves.I think that a movement like Occupy WallStreet could teach us something: even now that the press reports have forgotten about them we are still part of the 99%; it will increase up to 99.5% and only the 0.5% will manage the future of the world.So I stopped to write things that anybody will read. I am also tired to write songs for broken passion. Basically there are so many singers out, and see no spring on the horizon that could change my mind.I hate approval that has reached epidemic proportions in the network. And please do not post more on fb that you feel relaxed because you are finally able to ... I'm not interested. I'm not a "digital native", but I know many "digital adoptions". And do not talk about Steve Jobs. He was a good man maybe. I only hate proprietary systems and those looking to make a monopoly of the market. Regardless of whether or not a genius.I still prefer to listen to Eduardo De Filippo, or at least to read about the story of a Mr. Olivetti and what he had tried to do in Italy (but we destroyed it ... so all of us). Aloha

Non vi parlerò della differenza tra digitale e analogico in riferimento alla musica, su quello ho le idee chiare e comunque c'è spazio per entrambi. Anzi diciamo che ognuno dei due mondi ha bisogno dell'altro. Almeno per adesso. Voglio raccontarvi la mia visione "digitale" e "analogica" dello stare connesso alla rete, di aderire ad uno o più social network. Se vogliamo anche di questo mio scrivere qua. Utilizzo la rete da sempre (anche quando chi diceva che in Italia non si sarebbe mai diffusa e che l'unico mezzo di comunicazione valido e innovativo era il fax). Nel 1998 ho aperto un'azienda di internet providing e ho lottato da subito con modem e router, ma soprattutto con browser e html. Venivo dalle BBS (arcani sistemi di social networking), passato poi ai forum e quando arrivò il web 2.0 di cui tutti parlavano ma nessun sapeva cosa realmente fosse, finalmente qualcuno si accorse che forse la mail era uno strumento efficace ed immediato, che un sito web poteva essere un'ottimo modo di comunicare ecc. ecc.
Ora parlano di cloud computing (nell'azienda in cui faccio il consulente lo adottiamo come fonte di reditto da ormai 2 anni) e sembra la rivoluzione digitale. Ma non voglio soffermarmi troppo su questi aspetti tecnici.
Voglio invece parlare di tutto quello che è social network. Beh sinceramente mi hanno un po' stufato. Li trovo ridondanti e per certi versi inutili oltre a richiedere molto tempo per leggere e valutare quanto di quello che ci trovo continuamente pubblicato abbia un valore significativo per il sottoscritto. Sinceramente penso che l'80% sia da buttare nel "cesso". Il 10% una replica di cose comunque in qualche modo conosciute o già sentite ("minestra riscaldata"), il 5% può essere quasi simpatico per farti fare un sorriso e quindi prendere una pausa dalla quotidianità e forse il 5% risulta interessante.
Non voglio giudicare questo sistema, voglio semplicemente esprimere il mio modo di affrontare la rete. Penso che le persone abbiano necessità di esprimere quello che hanno dentro. Ognuno di noi dovrebbe avere la possibilità di farlo liberamente e con quanti più strumenti. In questo la rete è formidabile.
E' anche vero che a volte il risultato è veramente pessimo qualitativamente. Vivere la rete, e soprattutto i social network, per esprimere ogni 10 minuti o ogni due ore un qualcosa che si ha dentro sinceramente la vedo un'esagerazione. Assomiglia sempre di più al "bar" dove ci si ritrovava una volta a sparare "minchiate", a ricordare rosei passati, a raccontarsi storie inverosimili o semplicemente a inventarsi "gossip provinciali".
Ora il livello sembra che si sia innalzato, sembra che si parla sempre di più di cose concrete, di verità nascoste, di iniziative lodevoli. Beh a me sembra che manca il più delle volte un progetto alle spalle. Se anche c'è la volontà di fare qualcosa e di impegnarsi utilizzando la "rete", a volte essa diventa un formidabile alibi (soprattutto verso noi stessi), che qualcosa stiamo facendo. Se non altro stiamo esprimendo un pensiero, una posizione.
Ebbene io sono stanco di "posizioni" e di "pensieri" e ho ancora tanta voglia di fare, ma quando arriviamo al dunque si fa poco. Le persone sembrano scappare di fronte ad un impegno più concreto e continuativo. Hanno paura di mettersi in gioco (e li capisco), ma questo ha creato una situazione che è sotto gli occhi di tutti.
Chi come me, si è arreso qualche anno fa, ora si ritrova che quello in cui credeva e quello in cui ci aveva buttato anima e sangue è occupata da persone "arriviste" ed "egoiste" che hanno solo voglia di pensare a se stessi.
E' successo nella politica, in un certo associazionismo (quello dove i soldi ci sono), in tutte quelle forme di aggregazione sociale dove comunque si poteva esercitare un potere. Ed in fondo a queste persone la "rete" va anche bene così. In fondo i rompico....ni si scannano sulla rete, e a parte qualche piccolo fastidio in fondo, diciamocelo ... non facciamo paura a nessuno.
Penso che un movimento come 99% potesse insegnarci qualcosa, ma ora che nemmeno la stampa ne parla più abbiamo dimenticato che facciamo ancora parte di quel 99% che diventerà sempre più 99.5% e che solo lo 0.5% gestirà il nostro mondo futuro.
Così mi sono rotto di scrivere cose che nessuno leggerà. Mi sono anche rotto di scrivere canzoni per passione. In fondo ci sono tanti cantori fuori, e non vedo nessuna primavera all'orizzonte che possa farmi cambiare idea.
Odio l'omologazione ormai dilagante anche in rete. E per favore non postate più su fb che vi sentite rilassati perchè finalmente siete riusciti a fare la ca..a. Non mi interessa.
Non sono un "nativo digitale", ma ho visto nascere tanti "digitali d'adozione", in fondo li ho anche aiutati ad diventarlo. Sinceramente, se lo sapevo non mi impegnavo tanto. Quasi quasi torno analogico.
E non parlatemi di Steve Jobs per favore. Odio i sistemi proprietari e chi cerca di fare del mercato un monopolio. A prescindere che sia un genio o meno.
Preferisco ancora ascoltare Eduardo De Filippo o almeno leggermi la storia di un certo sig. Olivetti e quello che aveva cercato di fare in Italia (ma noi siamo riusciti a distruggerlo ... sì tutti noi).
Aloha

Saturday 1 October 2011

Rockstar or Songwriter ?

To be a SL Rockstar or a Songwriter? This is the question. I don't have an answer. No sorry, I have an answer. I prefer to be a songwriter, just for one reason. Songs will stay (maybe not forever), SL rockstars (but not only SL) will poof sometime in the future. The only reason because I decided to start to play in Second Life. To play my original songs. I write music and songs since when I started to play an instrument. I have never loved covers. I don't know why. Maybe because I'm not really interested about music entartainment. I prefer to think about music as a creative opportunity .
To write songs is like to paint, create a sculpture or write a poem. A way to communicate passion and emotions.
I like to play and sing my songs for people coming to my gigs.
This is the great Second Life opportunity. But many musicians didn't understand that. Many of them poofed maybe because SL numbers (traffic, listeners and so on) were not sufficient to justify live performances (maybe not so much money?).
I don't know why I still play in SL. Not for money. I'am sure. It's very difficult to earn money playin in SL: you need to play 5-6 live gigs per day. I respect who is able to do that.
I will never be able to do that (I'm not so professional). Maybe I spend all my energy writing songs instead to play live: but it's my choice.
I also prefer to listen to original music gigs in SL.
Yes it's more difficult to play original music. Avatars like to listen to music they know. But it's a choise that every musician has.
I'd like to listen more original musicians. Music needs someone that writes songs.
And in Second Life, music has less creative opportunities then other arts. Maybe it's not taken into consideration as painting, sculpure or even building. Music is just for entartainment. Maybe we need something different.

Rockstar o songwriter? Bella domanda. Beh preferisco ritenermi un songwriter. Le canzoni rimangono, le rockstar spariscono prima o poi (e non solo in SL). Non ho la pretesa di scrivere canzoni che resteranno alla storia, ma almeno quelle potrò sempre cantarmele o ascoltarmele in qualsiasi momento.
Ho cominciato a suonare in SL solo per un motivo: suonare le mie canzoni.
Scrivo musica e canzoni da quando ho cominciato con la prima chitarra. Non ho mai amato le cover. Non so perchè. Forse perchè non sono interessato alla musica come intrattenimento. Preferisco pensare alla musica come un'opportuinità creativa.
In fondo scrivere canzoni è come creare un quadro, una scultura o scrivere una poesia. Un modo per esprimere le proprie tensioni, emozioni e passioni.
La cosa che più mi prende in questo senso è poter suonare e cantare le mie canzoni per qualcuno. Questa è la grande opportunità di SL. Un'opportunità che forse non molti musicisti hanno colto. Alcuni sono "evaporati", forse perchè i numeri di SL non meritano tale impegno (e quindi i relativi guadagni?). Non so perchè continuo a suonare in SL. Non certo per i soldi. In SL difficile guadagnare: a meno che non fai 5-6 concerti al giorno (ma questo è un altro discorso). Rispetto chi lo fa. Non ci riuscirei mai (non sono professionista fino a tal punto). Forse la maggior parte delle mie energie le spendo per scrivere piuttosto che per esibirmi. E' una scelta.
E' anche vero che in SL preferisco sentire concerti di altrettanti songwriter, quindi musica originale. Certo è tutto più difficile, molte volte i "pupazzetti" vogliono ascoltare canzoni che conoscono piuttosto che sentire musica mai sentita. E' sempre una questione di scelte. Anche degli owner. Anche questo è un altro discorso. 
Vorrei solo che ci fosse un po' più di coraggio da parte di tutti. In fondo la musica ha bisogno di chi la scrive, di chi la interpreta (non necessariamente) e di chi la divulga.
Ebbene di concerti ne ho sentiti tanti in SL (ed organizzati tanti pure) ma molte volte si vogliono fare le cose semplici, o per lo meno meno rischiose (rischio di cosa poi non ho capito).
In questo senso la musica in SL ha una minore tensione creativa rispetto alle arti figurative. Forse ha anche meno rispetto. Non esistono colpe in particolare. E' colpa un po' di tutti.

Wednesday 28 September 2011

Music in Second Life is (not) free !

Music in Second Life is free (at least it seems to be) . Everyone can attend to different gigs in the same day without paying any L$ or any sort of fee. Just someone tips the musician in order to keep the music on, less people tip the venue. Almost all the musicians ask for a fee for each hour of streaming. Owners pay those fees. For this reason music is not free. It is like a hidden economy inside Second Life. The "active" actors of this economy are the musicians (and their manager) and the owners. People attending to the gigs are "passive". Many tried with shopping adv or other commercial strategies, but it's a negative balance.
This is the major problem about music in Second Life. Yes music is free also on the web, but it's not really free. In many cases is an illegal practice, in other situations is "branded" with adv or other commercial issues.
In Second Life is "venue branded". Like in real life, but avatars don't pay for entrance. I think that this sort of "economy" can't go ahead for a long.
I started to play in SL 4 years ago. My fees since then are decreased of 50%. Market restrictions? Yes and no.
I believe that the main problem is the "music overload" in SL. Too much music. For this reason many of the "first time" musician abandoned SL live concerts. Not only because the fees are too low at the moment, but because there is too much music, and in most of cases, quality is very low.
This has caused that a concert is not anymore an "event", but I call it a "spam gig". I think that should be better to have less music, but with a higher quality.
A concert has to be an event, where everyone can play his rule. Musicians not only as "entartainers" but artists playing their art at the best, communicating their emotions, trying to get a real feedback from the people. Owners needs to read less traffic statistics and try to read more public chat comments, or asking for real avatar listeners statistics (many don't activate audio because they are in a voice conversation). Managers shouldn't send "wild tp" to everyone in their friend list. I recently deleted some from my list that where used to do this sort of sport. It's too simple to be a manager like that. Try to use better all the tools you have (social networks, groups, blogs ... just use them as they need to be used). I would like to see more "creative" music and less "industrial gig scheduling". More art, less entartainment.

La musica in Second Life è gratis (o almeno sembra esserlo). Ognuno di noi può in una serata andare a 5-6 concerti senza pagare un L$. Al massimo potrà elargire qualche mancia all'artista. Raramente alla venue.
Tutti i musicisti (incluso cantanti e dj) chiedono un compenso per ogni concerto. Gli owners pagano questi compensi. Per questi motivi la musica in Second Life non è gratis.
E' una sorta di economia "nascosta" o meglio "orfana", in quanto non tutti gli attori coinvolti contribuiscono al  valore economico dell'evento. Molti owners hanno cercato e cercano di far quadrare i conti con varie modalità commerciali, ma alla fine penso che il bilancio sia in "rosso".
Molti di voi diranno che sul web ormai la musica è gratis. Anche questo è relativamente vero perchè o ricorre a pratiche illegali o in qualche modo è sponsorizzata da iniziative commerciali.
In Second Life è sponsorizzata dagli owners, così come succede per la musica live in real life per i locali. L'unica differenza è che nessuno paga una consumazione o il biglietto di entrata in SL.
Non penso che questo tipo di "economia" possa essere sostenuta a lungo, anche in considerazione del trend che ha intrapreso.
Io ho cominciato a suonare nel 2007 e attualmente il mio compenso medio è diminuito del 50% rispetto a quello di allora. Problemi del mercato ? Sì e no.
Credo che il problema maggiore sia la troppa offerta. Troppa musica rispetto alla richiesta, e troppe volte di questa musica è dubbia sia la qualità che la veridicità.
Questo ha causato che ormai un concerto non è più un "evento". Anzi ormai io li chiamo gli "spam gigs". Tutto si basa sulla quantità. Da entrambe le parti.
Forse è ora che un concerto ritorni ad essere "evento".
I musicisti non devono essere solo "intrattenitori", ma devono poter espriremere la loro "arte" al meglio, comunicare le loro emozioni e passioni, cercare di creare un feedback con il proprio pubblico.
Gli owners devono fare più attenzione a quello che gli avatar scrivono in chat pubblica e pretendere le reali statistiche di ascolto (molti non accendono nemmeno l'audio pur essendo ad un concerto), più che guardare le statistiche di traffico che non sempre risultano veritiere.
I managers devono usare meglio gli strumenti che hanno a disposizione (social networks, blog, gruppi, ecc.) piuttosto che limitarsi al tanto da me disprezzato "tp selvaggio".
Insomma lavorare sulla qualità più che sulla quantità.
Preferirei vedere più creatività in ogni singolo concerto. Da parte di tutti. Più attenzione alla dimensione artistica e meno intrattenimento.


Aloha

Sunday 28 August 2011

Beat and Bit

You know ... today almost everyone can play music, even if he doesn't know to play any instrument or is unable to sing.
Technology in music creation and production grew so much during last years. Some of you could say that's not a good thing. I disagree.
Like many other situations technology can be helpful. I play music and I use technology for producing, composing and recording it.
That's the most important thing to me. It can be so helpful during the creation process and if I think to 10 years ago, I can say that to write music and record it I had to go to a bank before and ask for a lot of money to get a good result.
That's the most important think about technology and music.
Music won't change for that. Creativity is still a job of the musician. Technology can only help to find the right way and makes things possible almost to everyone (and to get some new ideas too).
So even with an iPad you can create good music. You need to be a good musician. That's all.
Aloha


Thursday 25 August 2011

Hello friends .. I'm back

Hello friends, I'm gonna change the language of my blog. Yes no more italian. I think that as a musician I need to change my point of view about writing my "stories" on this board.
During last 2 months I had time (not so much) to think about that. I love my country. I love my language. I love music too. And for this reason to speak about music, but not only, using my language sounds like a limitation (to me I mean).
So, sorry for all the people that won't be able to read my posts anymore, but my stories are not focused only for italians and I know that most of my fans come from all over the world and I want to communicate with them better.
See you soon.
Swina Allen

Friday 8 July 2011

Io Non Mi Dimetto Da Rockstar !

Pensate ero appena tornato dal concerto di Pino e Slowhand e cosa leggo su tutti i giornali ?
"Mi dimetto da rockstar" firmato Vasco. Ma come ora che divento rockstar anche io lui si dimette?
Poi ho letto meglio (sì non leggo solo i titoli o guardo le fotografie) e insomma da quello che sembra stop ai grandi concerti, alle grandi folle, al business che in fondo ci gira intorno.
Poveri fans ho pensato. Ho rispetto dei fans. Li ammiro. Io non riesco ad essere fan di nessuno in fondo. Mi piace troppo la musica per riuscire a preoccuparmi di una sola rockstar. Ne seguo tante. Soprattutto ne ascolto tante.
Se pensate che Vasco è rimasto l'unico che in Italia riesce a riempire stadi da 70mila persone o circa, direte: "E chi ci rimane?".
Alla fine ho pensato: forse non è poi così male che si dimetta. Intendetemi: amo Vasco (anche se l'ultimo CD non mi entusiasma a parte alcuni testi che ritengo geniali) però per come l'ho vissuto io, per la musica che ha creato, per tutto ciò che ha rappresentato penso ci sia tempo per ogni cosa. E adesso penso che sia finito il tempo dei grandi concerti, delle grandi folle e se vogliamo del grande business. Sì perchè in fondo Vasco non ne ha bisogno, forse ne hanno bisogno quelli che girano intorno a Vasco. Le major prima di tutto, che fanno fatica a campare con i numeri attuali (vendite e concerti), il merchandising, i tour ... insomma Vasco è un'industria a dirla tutta.
Poi leggo che Pino Daniele abbandona le major, che vuole finalmente sentirsi libero (così suona per beneficenza con Clapton e crea un evento unico e irripetibile).
Insomma forse le rockstar poi non sono e non pensano solo in grande. Non diventano solo industria da sfruttare.
Forse è come scriveva il mio idolo Diego De Silva (scrittore ma rockstar fino al midollo):
"Era questo che faceva la musica rock, quando esisteva (non oggi che accompagna le sfilate degli stilisti): dava del tu alla realtà. La prendeva di petto e la metteva in musica e parole, senza attenuanti. E se faceva poesia era incidentalmente che la incontrava. Quando ha perso questa funzione di svelamento dei fatti, la musica rock è morta. Oggi Finardi ha superato i cinquant'anni, e si è rimesso a fare il blues" (Diego De Silva - Non avevo capito niente).
Insomma quello di Vasco (e di qualcun altro) lo leggo come un segnale: le rockstar non si dimettono mai. Al massimo tornano a fare il blues.
Aloha

Saturday 25 June 2011

Pino Daniele & Eric Clapton - Rockstar si nasce

Potevo mai mancare ad un concerto simile? Pino Daniele ed Eric Clapton insieme? Per giunta anche per beneficenza? In una regione tra le più belle d'Italia? In una serata dal clima speciale? Tra un pubblico caldo, di tutte le età dove potevi persino farti un panino con la "parmigiana" fatta in casa?
Direte voi: ma esistono ancora queste cose? Se siete rockstar sì. Beh Pino e "Slowhand" lo sono. Da sempre. Sanno rendere le cose speciali. Senza strafare. Senza "megaimpianti" e "megastadi".
In fondo serve poco. La musica e l'anima.
Allora ti viene naturale cantare "A me me piace 'o blues e
tutt'e juorne aggio canta'" (scusate ma non so scrivere il napoletano), e non poteva che essere Pino ad averla scritta questa canzone, oppure salire sul palco vestito quasi come un "clochard" (con occhiali impeccabili però) ed ammaliare tutti con "wonderful tonight" che altri che Clapton poteva suonarla e scriverla.
Beh il concerto non ve lo racconto ... non si raccontano certe cose. Difficile poi raccontare le emozioni.
Dico solo che è stata una serata a cui non si poteva mancare.
E comunque ricordate sempre:
"A che serve sta' accussì ... sempe 'ncazzati, ma po' pe chi?"

Friday 17 June 2011

My Backstage

Immagini dal backstage ... beh insomma immagini, diciamo sensazioni.
Dopo 3 anni e passa di concerti in SL, esiste, almeno per me, un backstage di ogni evento. Vi sembrerà strano, ma è così.
Non parlo di rituali o di chiassosi backstage popolati da fans, groupies, manager e amenità varie.
Il mio è un backstage solitario (almeno quello che precede il concerto), il momento in cui decido a grandi linee una scaletta (fossi mai riuscito a mantenerne una); è anche l'occasione per scaldare i "muscoli", il motore (la voce, gli assoli), verificare tecnicamente che tutto sia a posto (tanto immancabilmente qualcosa va storto).
E' un momento comunque unico, personale, a volte persino intimo; un momento che appartiene solo a me, ma non per egoismo o chissà quale forma di edonismo (in fondo sono rockstar): è che ho bisogno di raccogliere le idee e trovare l'ispirazione se non altro per il momento in cui lo streaming parte e il micorofono si accende.
I minuti topici sono quelli che precedono l'imminente inizio: uno sguardo al posto dove sei, a quante persone ci sono (non controllo semplicemente il numero ma cerco tra i nomi se conosco qualcuno). Il momento comunque in cui avverto sempre un po' di tensione: cosa si aspetta chi mi ascolta? Non mi chiedo mai se piacerà o meno la mia musica; in fondo in un concerto sicuramente la musica è la parte fondamentale e portante, ma è altrettanto vero che quello che dici, quello che non dici, e soprattutto come lo dici, può determinare se riesci ad entrare nel "mood" di un evento live.
Certo gli avi sono pixels, e come tali sono intangibili e se vogliamo anche irraggiungibili, ma per me è fondamentale "sentire" che il pubblico c'è. Possono essere 5 o 10, ma anche 40 o 50: alla fine quello che conta è riuscire ad entrare in qualche modo in contatto con loro.
Ed in questo sicuramente il compito del musicista SL è più difficile: in RL basta a volte uno sguardo o una smorfia per far capire ogni cosa. In SL devi farlo con la musica, come la proponi, come ti presenti, come parli con le persone.
Ecco il mio backstage è questo: la ricerca della giusta direzione e atmosfera per tutti indistintamente. Non esistono fans di serie A o serie B. Siete tutti uguali indistintamente.
Forse sarebbe bello condividere il backstage con qualcuno, parlare, ridere, scherzaree poi cominciare a suonare. Forse. Io per adesso non ci riesco. Forse dovrei provare. Forse.
Aloha

Sunday 12 June 2011

Sono Solo Canzonette ?!?

Come diceva Edoardo, o meglio come cantava, forse è proprio vero. Alla fine sono solo canzonette.
Beh insomma, certo a volte ci possono sembrare canzonette.
Non voglio parlare di differenze tra musica "seria" e "canzonette".
Non voglio nemmeno erigere un muro tra la chi la musica la consuma e chi la musica la crea.
A volte ho l'impressione come musicista-che-musicista-non-è-ma-vorrebbe-esserlo (riassumendo diciamo rockstar) quello che creo, canto, suono, scrivo in fondo non è che si possa definire molto più di "canzonette".
Non lo so. Sinceramente non che mi interessi avere certezze di questo tipo. Finchè mi divertirò nel farlo, e soprattutto finchè avrò e sentirò l'esigenza di farlo, continuerò a farlo.
Aloha

Sunday 5 June 2011

Grazie rockstar !

Sembra strano ma anche le rockstar a volte non hanno niente dire. Anzi, forse la maggior parte delle volte non hanno niente da dire al mondo e cosi' sembra che siano in un momento di riflessione o di pausa creativa, di meditazione o di ricerca di ispirazione. Niente di tutto questo purtroppo. Cazzeggiano e basta. Non pensano minimamente alla musica (la loro o quella di altri), semplicemente fanno quello che fanno tutti gli altri.
Direte voi ... Ma allora che rockstar e'?
Questo me lo chiedo anch'io ...ma non c'e' una risposta. L'immagine di rockstar che tutti noi abbiamo nella testa, che abbiamo idealizzato, di cui magari siamo fan purtroppo e' unn'immagine sicuramente fin troppo stigmatizzata e abusata. A me piace pensare invece a tutte quelle rockstar che non hanno gossip o leggende che parlano di loro, non hanno nemmeno un fan forse, o non sanno nemmeno di averne (magari non sanno proprio niente di musica): parlo di quelli che ogni giorno vivono da rockstar in modo inconsapevole o quantomeno incosciente, quelli che fanno cose normali ma le fanno da rockstar.
Da loro in fondo nascono le mie canzoni. Dalle loro vite, passioni, amori, incazzature, delusioni, sogni, speranze e dubbi.
Grazie a voi che siete le vere rockstar!

Tuesday 31 May 2011

Lontan da te (non) si può stare

Un piccolo test.
Provate a stare una settimana lontano dai social network che abitualmente frequentate (nel senso che non vi fate sentire e non interagite) e al vostro ritorno verificate quanti messaggi del tipo "Ma dove sei finito/a?" avete ricevuto.

Se il numero di messaggi di questo tipo sono uguali a 0 non preoccupatevi. Questo è un ottimo strumento per verificare quanti veri amici avete online. Se ne ricevete meno di 10 ma più di 3 non preoccupatevi lo stesso. Vuol dire che anche nella "community" che frequentate c'è il caso che qualcuno possa esservi "amico". Quando avete più di 10 messaggi del tipo "Dove sei stato?" allora significa che c'è molto interesse intorno a voi, ma non significa necessariamente che vi siano tutti amici (magari qualcuno vi cerca per ben altri motivi).

Chiaramente questo è un test capestro. Non ha nessun valore. Anzi non serve a niente.
A parte gli scherzi sento parlare di community, di social network ma alla fine mi chiedo sempre: ma fino a che punto e quanto riusciamo veramente a condividere in questi luoghi "virtuali" di comunicazione?
Fondamentalmente penso che il 90% delle comunicazioni siano inutili. Un buon 9% addirittura dannose e forse solo l'1% di quel che rimane vale la pena tenerne conto.
Forse è più importante notare che tutti hanno bisogno di comunicare in qualche modo. Ne abbiamo sempre avuto bisogno. Sono solo cambiati i luoghi e gli strumenti, anzi direi che se ne sono solo aggiunti di nuovi.
E gli strumenti hanno la loro importanza. Ogni strumento ha una sua modalità e troppo spesso si utilizza forse nel modo sbagliato. E' il caso della mail che viene utilizzata a volte come telefono, oppure di facebook che viene usato come mail o il telefono che viene utilizzato ormai per tutto. Così invece quando ci ritroviamo la possibilità di comunicare in modo diretto (guardandoci nelle palle degli occhi per intenderci) ci ritroviamo a comunicare come se stessimo usando facebook o la mail. Nelle peggiori delle ipotesi non comunichiamo. Parliamo e ci parliamo addosso.
Aloha.

Monday 30 May 2011

I Stream You

Ero su un treno qualche giorno fa e mi era venuto in mente questo "I Stream You", non so perchè, non so nemmeno a cosa stessi pensando ... è che come al solito mi fiondo in situazioni dalle quali poi non riesco minimamente ad uscirne in maniera soddisfacente. E questo è un altro caso.
L'ennesimo che conferma la mia totale inadeguatezza alla scrittura razionale, pensata, misurata, controllata, penso di soffrire di scrittura compulsiva.
Ora direte voi che orrenda situazione e vi chiedo scusa per questo.
A parte questa introduzione totalmente inutile, anzi direi quasi insopportabile, I Stream You mi piace. Non è come I Love You (così abusato che a volte risulta così svuotato del suo significato, per quelli che pensano che abbia ancora un significato naturalmente).
Riprendo questo post dopo qualche giorno ...
I Stream You è come "a message in a bottle". Lo mandi, ma non sai chi lo leggerà (ascolterà in questo caso). Puoi immaginare, sperare, credere che qualcuno lo senta. E' un'illusione. Tipicamente rockstar.
Devo dire che mi piace illudermi. Mi è sempre piaciuto. Molte persone oggi si dicono disilluse di fronte a ciò che accade alla loro vita. Sicuramente molte volte ci ritroviamo in questo stato per colpa di qualcun altro. Ma funziona così. Meglio illudersi ogni tanto e prendere qualche delusione, piuttosto che non accettare la sfida.
I Stream You.

Thursday 26 May 2011

Figli di un DO minore

Ci sono rockstar e rockstar. Non parlo in merito alla bravura, alla tecnica, ma parlo esclusivamente di rockstar che si sentono figli di un DO minore (non è un errore di battitura !!!)
Ma ci sono anche tante altre persone (comunque un po' rockstar) che si sentono figlie di un DO minore (magari non sanno di esserlo).
Come ci si sente? Io benissimo. A parte la malinconia che è fondamentale caratteristica per un DO minore, e che può diventare struggente malinconia se diveta SIb minore (ma questo è un altro capitolo ancora da scrivere). Naturalmente di tecnica musicale non capisco niente e non chiedetemi altro a riguardo, ma voglio solo dire che l'80% delle volte che compongo (o almeno ci provo) comincio sempre con un accordo minore. Sarà che mi piace mantenere un profilo "basso", quindi un po' minore o forse è solo un caso, oppure è proprio il mio modo di essere, di vivere la vita di tutti i giorni (o che almeno cerco di vivere), di credere che i ricordi aiutino anche se fanno male, di avere sempre e comunque la voglia di vedere un futuro migliore.
Intendiamoci, non è che essere figli di un DO minore sia meglio o peggio. E' solo che mi piace pensare in questo modo. Non è nemmeno diverso, esclusivo, alternativo, originale rispetto a cosa poi non so.
Ora però vorrei fare un piccolo sondaggio (lo trovate qui a fianco): ditemi voi se siete figli di un DO minore (il sondaggio è completamente anonimo).

Monday 23 May 2011

Gioco, Non Gioco o Mi Prendo Gioco ?

A volte quello che succede in rete in quelli che vengono chiamati social network rischia di essere paragonato ad un gioco. Per alcuni può esserlo ed infatti cercano, mediante un anonimato più o meno esasperato, di attuare un vero e proprio "gioco di ruolo", con le sue regole e giocatori.
Esiste anche un altro modo di "giocare", che per molti significa "prendersi gioco" di qualcun altro. Allora finchè il prendersi gioco di qualcun altro significa anche prendersi gioco di se stessi, il tutto può risultare divertente e persino spassoso, diversamente quando si "gioca", e ripeto si gioca soltanto, con i sentimenti degli altri, allora non lo chiamerei gioco, anzi. E per sentimenti intendo tutti i sentimenti. Nessuno escluso. Ci metto dentro anche le passioni, che molte volte fanno parte dei sentimenti (anche la musica è una di queste).
Non so ciò che spinge taluni a giocare in questo modo e non voglio nemmeno indagare a riguardo. Non penso di esserne all'altezza. Credo che però sia il modo più stupido di giocare.
Così va a finire che il gioco diventa inverosimilmente serio, tragicamente cattivo e soprattutto inequivocabilmente inutile.
Abbiamo bisogno di sentirci al centro dell'attenzione, di sentirci importanti per qualcuno, di arrivare a mentire così bene che persino noi crediamo a quello che diciamo? Penso sia un esercizio fondamentalmente cretino. Una mancanza di rispetto verso gli altri e soprattutto verso sè stessi. Se non riusciamo ad accettare i nostri limiti e speriamo di nasconderli con questi "giochetti" allora sapete che vi dico ? Io non gioco. Preferisco essere terribilmente serio. O quanto meno preferisco altri compagni di gioco.

Friday 20 May 2011

Collaboration (per chi non ama solo se stesso)

Qualche sera fa, dopo piu' di un mese che non la vedevo online, mi ha contattato jana kyomoon musicista inglese che vanta ormai anche lei oltre 3 anni di concerti nel metaverso. Jana compone, scrive e suona musica tipicamente elettronica ed ambient.
In passato con jana abbiamo fatto un esperimento di collaborazione cercando di trovare una reciproca convergenza sulla nostra musica. Il risultato e' stato un concerto live in chaining streaming, dove il mio contributo e' stato quello di improvvisare la parte di chitarra sulla musica di jana.
Il risultato e' stato soddisfacente per il pubblico e sicuramente stimolante per noi.
Quello che voglio scrivere oggi non e' la cronaca di un evento, o la recensione di un concerto. Questo compito lo lascio a chi fa questo sicuramente meglio di me.
Avete mai pensato a Second Life come piattaforma collaborativa tra musicisti e perche' no tra artisti in genere? Io penso che questa prospettiva apra diverse opportunita' e che non releghi SL solo ad un'occasione di visibilita' delle propria "arte", ma anche ad occasione di scambio, contaminazione, conoscenza, condivisione. Non solo concerti, mostre o vernissage.
Eppure questa "frontiera" e' ancora tutta da esplorare in tal senso. La "collaborazione artistica" intesa come momento di incontro e scambio delle proprie idee e' a mio avviso una peculiarita' unica di Second Life, in quanto il risultato di tale collaborazione puo' essere veicolato direttamente in-world molto facilmente.
E' una situazione svincolata da qualsiasi logica. E' momento di incontro e di scambio, disinteressato e per questo sincero e forte. Di questo momento resterà una canzone, una registrazione, un video o magari anche solo un'emozione da ricordare.

Thursday 19 May 2011

Per un pugno di L$

Sergio Leone (1929-1989 indimenticato genio e regista) si rivolterà nella tomba e Clint Eastwood (grande audiofilo e musicista) sarà pronto a spararmi con la sua Colt, ma mi è uscita così.
A dire il vero iniziando questo post non so nemmeno cosa ne uscirà quindi se siete interessati continuate la lettura altrimenti seguite questo link (se avete cliccato e non succede niente non è un errore, volevo solo creare un'illusione).
Il riferimento a Second Life mi sembra chiaro: parliamo di soldi virtuali-reali, parliamo di economia. Ora non farò una disquisizione sulla realà economico-sociale del mondo virtuale 3D per eccellenza. Non ho nè titoli, tanto meno competenza e soprattutto voglia di farlo. Poi di esperti ce ne sono tanti e aggiungerne altri mi sembra che alla fine in Second Life ci siano solo esperti e pochi modesti avatar come il sottoscritto, il che comporterebbe una mia immediata autoespulsione dal mondo di pixels.
Come musicista-non-musicista-che-musicista-vorrebbe-essere (da oggi in poi abbrevierò in rockstar per evidenti limiti di spazio), l'aspetto economico o diciamo del compenso è nato dalla prima volta che ho suonato in un posto che non fosse il mio club.
Esisteva un mercato ? Esisteva una regola di mercato ? A quanto mi dicevano, e a quanto mi dicono attualmente, sembra di sì.
Sì insomma il solito rapporto domanda-offerta. Mah, come dice la mia "amica-moderna-manager-che-manager-non-è" Sandy, mi perplimo nel ricondurre il tutto a questo rapporto. E' avvilente.
Come "rockstar" non pensavo che la mia musica si potesse e si possa considerare "offerta". Io la chiamo "passione". E anche chi vuole ascoltare musica o la vuole condividere con altri (sia in forma semplice che come evento di aggregazione) non penso si possa ricondurre ad una "domanda".
Questa forma alquanto deviante di considerare un concerto live una semplice espressione della domanda a cui si replica con un'offerta, mi sembra che rischi di portare fuori strada rispetto al contenuto. Insomma il contenitore diventa più importante del contenuto. Il contenitore inteso come evento fine a se stesso; come quando andate al supermercato e dovete acquistare un detersivo, non è che ci pensate tanto. Se credete alla pubblicità comprate quello più caro (di solito sono ad altezza sguardo), se invece avete problemi di budget vi piegate per prendere quello meno costoso (è sempre in basso o molto in alto). Questo atteggiamento non rappresenta comunque una scelta che si basa sulla qualità (percepita o conosciuta). In fondo i detersivi sono tutti uguali. Magari a determinare la vostra scelta è anche solo la confezione o il fatto che sia "amico della natura".
La musica soprattutto "live" secondo me è qualcosa di diverso. Dovrebbe essere qualcosa di diverso.
Da quello che vedo e soprattutto "sento" in giro invece mi sembra che troppo spesso alcuni concerti assomiglino sempre più al processo di acquisto di un detersivo, dove alla fine la musica non c'è. Cioè la musica si "ascolta" ma non si "sente".
Non è una critica a 360° gradi rivolta ai musicisti o agli owner. E' una mia impressione. Non chiedetemi nomi. Non ne faccio, nè mi interessa farli.
E' che come "rockstar" penso che un sistema sì fatto avvilisca prima di tutto la "musica" e soprattutto offenda chi l'ascolta.
Certo se il tutto si ricollega ad un pugno di L$, allora benvenuti al supermercato. Il sottocosto è già iniziato. Dove porti non so. Io certamente non amo i supermercati.
A proposito se desiderate la tessera punti "Swina Allen" abbinata al concorso a premi "Per un pugno di L$" con tanti gadget e promozioni, richietemela direttamente. E' gratis.

Where Is The Blues ? The Buddy's Bar

Beh conosco Derric (Foggarty) da più di 3 anni, insieme abbiamo organizzato (con la regia di Sandy) un evento di raccolta fondi per The Children Project (6 ore di musica live) e credetemi allora non era facile visto che SL un giorno sì e l'altro pure dava problemi (offline di 2-3 ore al giorno di media). Forse proprio in quell'occasione (non ne sono sicuro) cominciai a suonare in SL ... certo non ufficialmente.
Devo dire che alcune persone non mi hanno mai deluso (anche in SL sì) e Derric è una di queste. La passione per la musica si sente e si vede. Proprio ieri sono capitato per caso al The Buddy's Bar gestito proprio da Derric, che oltre ad essere un bel posto che richiama molto un certo tipo di locali del nostro immaginario ma anche del reale (non so se la ricostruzione è fedele o meno a qualche posto RL). Al di là di queste considerazioni quello che voglio sottolineare è che i concerti live al Buddy's Bar sono sempre un'emozione per me.
L'ultima volta che c'ero stato era per un concerto live di un bluesman di 81 anni (sì avete capito bene 81 anni) e l'emozione non era stata poca.
Ieri sera un ottimo concerto di un duo chitarra-armonica sempre di grande livello.
Ecco magari se il vostro desiderio è andare prima o poi in missisipi e girare qualche tipico locale blues per ascoltare della buona musica ... allora potete pregustarvi un'anteprima al Buddy's Bar ... non ve ne pentirete.
Importante ... ricordate sempre che nei locali stranieri in occasione dei concerti live è buona norma (io dico anche educazione) tippare (pagare) anche pochi linden sia al locale che all'artista. Capisco che questo non è costume italiano, però mi piace pensare che quando vado in questi posti non sono a casa mia ed è giusto anche accettare usi e costumi altrui. E' una forma di rispetto e in fondo 10, 50 o 100 L$ cosa sono ? Magari dovrete rinunciare ad un nuovo paio di scarpe o all'ultimo tatuaggio, ma se amate la musica e volete che essa continui a mantenersi ad un buon livello in SL non c'è altra strada. Dare un contributo. Piccolo. Ma darlo.
Alla prossima.

Monday 16 May 2011

Suono, non suono o sono suonato ?

Quale dilemma per un musicista-che-musicisita-non-è-ma-musicista-vorrebbe-essere !
Beh Second Life certamente è un'occasione più unica che rara per poter liberamente esprimere la propria passione per la musica. Nel mio caso non solo quello di avere la possibilità (non poi così scontata) di ascoltare molti concerti live, ma anche quella di poter "suonare".
Beh io questa domanda me la sto facendo da più di 3 anni dopo non so quanti concerti live (tutti voce e chitarra live ... mai mandato un mp3).
All'inizio è stato un gioco, fatto più che altro per conquistare qualche fan (femminile si intende) e soprattutto per guadagnare qualche linden per mantenermi un locale che faceva acqua da tutte le parti (finanziariamente parlando).
Poi c'è stata la crisi economica mondiale (la mia crisi economica era già in atto da decenni per questo alla fine ero contento di essere in felice compagnia), l'inevitabile aumento dell'offerta a fronte di un crollo della domanda (i soldi sono finiti per capirci meglio), così ho sciolto il mio gruppo (The Moodies - "always in my heart") per mancanza di fondi il 27 del mese, ho preso una pausa riflessiva (ispirazione zero per farvela breve), mi sono innamorato almeno 2-3 volte (io mi innamoro di tutto non solo delle femminucce) e ho cominciato a fare un bilancio.
Il mio bilancio è molto "sintetico", anzi direi si riduce ad una lista. Non ci sono entrate ed uscite, o per lo meno non come le intendete voi, e ora vi dico i numeri ... cercherò di essere il meno asettico possibile.
62 canzoni .. ehm la lista non è una lista ... c'è solo una parola con un valore.
Sì in 3 anni ho "partorito" 62 canzoni e la cosa che mi fa veramente "arrabbiare con me stessso" non ho ancora pubblicato un CD su iTunes, o sul mio sito.
Ho suonato dapertutto, con gente da tutto il mondo, in situazioni precarie, ho incontrato migliaia di persone, alcune di esse sono diventate "amiche" (dico amiche vere non di quelle da un saluto ogni tanto). Con alcune di esse ho riso e pianto. Anche annoiato. Alcune le ho amate, altre le amo ancora (ci sono molti modi per amare una persona), ma una cosa è sicura.
Non ho mai cercato di essere qualcun altro, qualcuno che non potevo e non posso essere: una rockstar. O meglio sono una rockstar, mi sento rockstar ma nel senso che non faccio la rockstar.
Questo mi hanno insegnato questi 3 anni da "rockstar". Penso che se hai la musica nel cuore prima che nella testa, non ci sia bisogno di fare la rockstar. Lo sei già. Indipendentemente se sai fare una diminuita al volo o un assolo "perfetto".
La perfezione non esiste nella musica. E' fatta dall'uomo, potrà mai essere perfetta?
Diciamo che può portare a sensazioni, emozioni, pulsazioni che sembrano perfette. Ma il tutto è soggettivo e molto occasionale.
Quello che ho fatto e cerco di fare io con la mia musica (tengo a precisare la "mia musica") non è niente. Non so chi ascolta la mia musica, non so chi la scarica, non so nemmeno a quanti effettivamente piace. Non mi interessa questo. Mi interessa solo poter pensare che qualcuno riesca a provare le stesse emozioni o almeno provare qualche emozione, le stesse che ho provato io scrivendole, le stesse che provo io ad ogni concerto. Il resto non conta.